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LE DOLOMITI: DIECI ANNI DI UNESCO

Poche cose riescono a trovare in accordo un gruppo di persone con potere decisionale: l’uomo trova più facile dividere, piuttosto che conciliare, soprattutto se si parla di trattati e dichiarazioni universali.

Era il 26 giugno del 2009 e a Siviglia, i 21 componenti del “World Heritage Committee” hanno votato all’unanimità per inserire le Dolomiti nella lista dei Siti “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”. È una certezza: la bellezza disarma e unisce.

Queste montagne sono state riconosciute grazie all’unicità paesaggistica che le caratterizza e alla loro importanza scientifica a livello geologico. Sono 53 i siti UNESCO italiani da visitare almeno una volta nella vita e c’è una cosa che li accomuna: una sensazione immacolata che invade corpo e anima alla loro vista; lo struggimento del non poter contenere la loro meraviglia, il desiderio interiore di parteciparvi e comprenderla, di essere fatti della stessa materia.

Le Dolomiti si distinguono dalle altre note catene montuose perché composte da nove sistemi montuosi separati da vallate, fiumi e altre montagne. Questi sistemi si estendono da ovest verso est, dalle Dolomiti di Brenta in Trentino alle Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave al confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. I loro 142.000 ettari costituiscono una sorta di arcipelago distribuito su un’area alpina molto più vasta, suddivisa in cinque provincie diverse: Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento e Udine. Le tre Regioni coinvolte hanno costituito la “Fondazione Dolomiti UNESCO”, con l’intento di assicurare una gestione efficiente del territorio, attraverso una strategia condivisa.

I nove sistemi montuosi che compongono le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità comprendono una serie di paesaggi montani unici al mondo e di eccezionale bellezza naturale. Le loro cime, spettacolarmente verticali e pallide, presentano una varietà di forme scultoree che è straordinaria nel contesto mondiale. Queste montagne possiedono inoltre un complesso di valori di importanza internazionale per le scienze della Terra. La quantità e la concentrazione di formazioni carbonatiche estremamente varie è straordinaria nel mondo, e contemporaneamente la geologia, esposta in modo superbo, fornisce uno spaccato della vita marina nel periodo Triassico, all’indomani della più grande estinzione mai ricordata nella storia della vita sulla Terra.
I paesaggi sublimi, monumentali e carichi di colorazioni delle Dolomiti hanno da sempre attirato una moltitudine di viaggiatori e sono stati fonte di innumerevoli interpretazioni scientifiche ed artistiche dei loro valori.
(UNESCO, Comitato per il Patrimonio Mondiale – Siviglia, 26 giugno 2009)

Il termine “Patrimonio” definisce l’eredità del passato che dev’essere trasmessa alle generazioni future: luoghi che sono fonte insostituibile di ispirazione; dalle Grande Barriera Corallina Australiana, ai parchi nazionali dell’Africa Orientale, passando per le cascate del Sudamerica.

E pensare che un tempo le Dolomiti non c’erano. Milioni di anni fa, erano un’immensa pianura, che nei secoli si trasformò in un mare tropicale. Poi il tutto sprofondò nell’oceano, fino a quando Europa e Africa non si scontrarono facendo emergere imponenti montagne: la prova che uno scontro, può generare un incanto unanime.

In questa location dalla bellezza straordinaria che è “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”, la Collezione Lefay si arricchisce del secondo gioiello: Lefay Resort & SPA Dolomiti sorge nella skiarea di Madonna di Campiglio, a Pinzolo, il maggior centro della Val Rendena.

Si tratta della skiarea più vasta del Trentino, che conta oltre 150 km di piste e 4 parchi per snowboard.

Il Resort s’integra perfettamente nel paesaggio in cui è collocato e accoglie 88 Suite, 22 Residenze, una SPA di 5.000 mq, 2 ristoranti e una serie di esclusivi servizi tra cui il Lounge Bar, la Sky Lounge, la Cigar Lounge, la Sala Lettura e l’efficiente Ski & Bike Room.

Sono aperte le prenotazioni a partire da agosto con l’offerta “Speciale opening rate”.

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